Notizie dallo Studio 3 maggio 2017

 

Il secondo appuntamento delle Giornate per Marisa Volpi si è svolto mercoledì 3 maggio 2017. DI seguito, gli abstract degli interventi, illustrati da alcune immagini pubblicate su Twitter e su altri social network in tempo reale con l’etichetta/hashtag #DisplayMarisa.

 

Tolomeo 3 maggio

Maria Grazia Tolomeo traccia un ritratto generazionale di Marisa Volpi “bella, elegante, bravissima”, un modello da imitare per chi si affacciava al mondo della critica e della ricerca negli anni Settanta e Ottanta. La relatrice sottolinea che Marisa Volpi – insieme con Carla Lonzi – ha cambiato il modo di scrivere dell’arte contemporanea, rinnovando il rapporto con gli artisti e la forma dell’intervista come indagine profonda della creatività e delle tecniche. Sul piano personale, Tolomeo ricorda l’incontro e il sodalizio con Marisa Volpi in occasione della mostra Dèi ed eroi, svoltasi nel 1996 al Palazzo delle Esposizioni di Roma: un incontro che ha portato ad approfondimenti e riflessioni sulla presenza di un elemento anticlassico anche nel pieno del mito e della classicità.


Drudi 3 maggio

Barbara Drudi, Tra lampi e penombre: Marisa Volpi nei miei ricordi di allieva: “in questo mio intervento Marisa Volpi emerge come appassionata docente di storia dell’arte contemporanea negli anni Ottanta. Della sua capacità, pur tra luci e ombre, di trasmettere, a noi giovani di allora, l’idea che occuparsi d’arte potesse essere un mestiere gioioso. Impegnandosi certo, ma senza dover sopportare un’ingombrante cultura tradizionalmente accademica”. Fra aneddoti vividi (i libri “maltrattati”, l’incedere deciso, la voce squillante) e citazioni dai racconti (“Caminito”), la relatrice ripercorre l’avventura intellettuale, creativa e didattica di Marisa Volpi che – citando Toti Scialoja – è stata in grado di “insegnare l’amore per l’arte”.


Edgar_Degas_-_Portrait_of_James_Tissot

Tommaso Casini, Marisa Volpi e l’incontro con Edgar Degas: nella sua rievocazione di “un memorabile corso su Edgar Degas” tenuto da Marisa Volpi alla Sapienza tra l’autunno del 1990 e la primavera del 1991, il relatore rammenta l’importanza dell’incontro con le lezioni della Volpi per le proprie scelte di studio e di ricerca. Le lezioni emergono per la loro capacità di “rompere lo schema delle etichette manualistiche”, per la raffinata lettura delle opere (un “vero corpo-a-corpo” con le immagini proiettate da vecchi epidiascopi e proiettori), per l’abilità nel riconoscimento delle autografie, per la rilevanza delle citazioni, delle traduzioni e dei passaggi, secondo l’idea che “l’arte nasce dall’arte”.


Sergio-Lombardo-Gesti-tipici-Charles-de-Gaulle

Sergio Lombardo traccia un personale ritratto degli anni Sessanta a Roma, in cui le recensioni, le presentazioni, le interviste di Marisa Volpi – a partire dal 1963 – accompagnano le mostre di artisti quali Mochetti, Kounellis, Pascali, Paolini.
Il paesaggio urbano, politico e critico di quegli anni intensi è scandito da luoghi come la Libreria Einaudi di via Veneto, la Galleria Editalia, la Tartaruga e lo studio dello stesso Lombardo in via Ripetta.


Morabito

Costanza Morabito, nell’intervento La fortuna di Thomas Bellman: la vera vita di un artista inventato, affronta il racconto di Marisa Volpi pubblicato nelle raccolte Nonamore (1988) e Fatali stelle (1998). Contrariamente a quanto avviene negli altri racconti dedicati alle vite di pittori noti, il protagonista di questa storia non è un artista realmente vissuto. Il sottile gioco di allusioni e la fitta rete di indizi di cui è intessuto l’intreccio permettono, tuttavia, di individuare la figura reale che si cela dietro il nome di invenzione. L’efficacia della tecnica narrativa, la rara abilità dell’autrice nel delineare ambienti artistici e culturali e la sensibilità con cui tratteggia il tormento dell’artista restituiscono uno spaccato vivace della vita degli artisti danesi nella Roma dell’800.


vito di bella

In un contrappunto ideale con gli interventi di Tommaso Casini e Costanza Morabito, l’attore Vito Di Bella ha letto una scelta di brani dai racconti di Marisa Volpi Il cuore di Degas e La fortuna di Thomas Bellmann. La plasticità della lettura di Di Bella ha reso tangibile lo stile “prensile” della prosa, la fulminea delineazione di snodi biografici, di caratteri artistici e di qualità visive della pittura.