Notizie dallo Studio 28 aprile 2017

 

Dopo l’inaugurazione della mostra il 20 aprile, prosegue – nello spazio del Museo Laboratorio d’arte contemporanea – il memorial di Marisa Volpi, nella forma di giornate di studio e ricordo. Ecco gli abstract degli interventi del 28 aprile, illustrati da alcune immagini pubblicate su Twitter e su altri social network in tempo reale con l’etichetta/hashtag #DisplayMarisa.

 

Messina minimalismo

Una delle caratteristiche di Marisa Volpi era un certo “tagliare corto”, un andare all’essenziale, un’esigenza di riduzione. Da questo tratto di carattere e di stile, Maria Grazia Messina prende avvio per il suo intervento su Marisa minimalista da Malevic a Paolini, che ruota intorno al 1970, anno di snodo, scandito da mostre, interventi critici, progetti editoriali, fra i quali l’antologia Minimal Primario Concettuale, curata da Volpi con Claudio Cintoli per la casa editrice Lerici e rimasta allo stato di bozze (ora conservate nell’Archivio presso il Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo). Messina rileva con esempi circostanziati che la critica militante di Marisa Volpi – negli anni ’60 e ’70 – si muove sempre in prospettiva storica, collegando matrici che arrivano dal passato con le ricerche flagranti degli artisti; lancia poi come traccia di ricerca la verifica della riflessione – da parte di Volpi – su testi di Kubler, Foucault e Fink.


iamurri 1957

“Questa sera spedisco Tapié”, Marisa Volpi e la pittura europea, 1957, è il titolo dell’intervento di Laura Iamurri, in cui si ricostruisce il 1957, anno “strano e importante”, che si apre per Marisa Volpi con un viaggio a Parigi e si chiude con l’allentarsi del sodalizio con l’amica Carla Lonzi. Il 1957 è anche l’anno di un viaggio in Europa, testimoniato da lettere e cartoline, in particolare a Briganti e dall’attività della Roma-New York Art Foundation e di Michel Tapié. Emerge il tratto saliente del fare critica guardando la storia dell’arte.


Cagliari Uomini Frongia

Nel suo intervento La forza della memoria. Immagini e parole per non dimenticare Marisa Volpi, Maria Luisa Frongia rievoca il suo rapporto di allieva, collega e amica di Marisa, cresciuto negli anni della docenza all’Università di Cagliari (1969-1978) che ha lasciato tracce in molti allievi e allieve, ed è proseguito da allora con collaborazioni, presentazioni e – sul versante privato – lunghe letture telefoniche dei racconti. Sul filo dei racconti di Fatali stelle, dedicati ad artisti dell’Ottocento tanto amati – da David a Berthe Morisot – Marisa Frongia definisce la prosa della Volpi morbida e incisiva, al confine fra ragione e sentimento, fra sguardo e memoria.


squarzinaSilvia Danesi Squarzina sceglie il registro personale del lungo rapporto di amicizia fra lei, il marito Luigi Squarzina e Marisa Volpi: un rapporto sintetizzato nel titolo Passeggiando con Marisa e connotato da affinità geografiche – il rapporto con le città di Macerata e Recanati – e da comuni interessi storico-artistici. Fra questi, almeno per certi aspetti, ci sono: la pittura Metafisica, i Pre-raffaelliti, il Razionalismo italiano.
Quanto allo stile di Volpi studiosa e scrittrice, la Danesi Squarzina fa emergere dei tratti peculiari di finezza, originalità, anti faziosità e antipedanteria, che potranno emergere ancora dai documenti anche inediti pervenuti al Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Sapienza per l’Archivio.


Delitata LadoganaNel suo intervento Marisa Volpi interpreta Mario Delitala: nuovi spunti di lettura, Rita Pamela Ladogana commenta la lettura che la Volpi ha dato dell’artista sardo Mario Delitala nella recensione del volume di Maria Luisa Frongia (Ilisso 1999), apparsa su “L’Unione Sarda”. Il fulcro della lettura riguarda i cicli decorativi civili e religiosi realizzati da Delitala nei primi anni Trenta, utilizzando una prospettiva storica che coglie i riferimenti alle conquiste linguistiche della avanguardie storiche.


Libreria Einaudi ChianchianoSonia Chianchiano ricostruisce l’attività di Marisa Volpi alla Libreria Einaudi di Via Veneto. Identificando via via il contesto delle immagini, emerge il ruolo centrale che Volpi ha avuto nella programmazione espositiva della Libreria nei primi anni Sessanta. Un contesto ricco di stimoli, determinante per comprendere gli sviluppi che avrebbero segnato il suo operato in una fase più matura.


Castellani lezioniFrancesca Castellani in Guardare immaginando. Quando Marisa faceva lezione ripercorre i suoi anni di allieva di Marisa, comparando le dispense dei corsi degli anni Ottanta-Novanta, i suoi appunti delle lezioni e i racconti coevi della Volpi, in cerca di corto-circuiti fra scrittura e ricerca storico-artistica e di quei “sedimenti lessicali” che provano il lavoro di scavo congiunto e inestricabile nella storia e nella biografia, nelle immagini e nella letteratura, che -insieme all’esercizio di riconoscimento – è un tratto permanente del magistero di Marisa Volpi.


saggisticaGianni Contessi con il suo intervento Marisa Volpi tra memoria arte e letteratura pone il quesito se Marisa Volpi possa essere definita scrittrice di saggi. Più che adombrare una risposta definitiva, Contessi ricostruisce un panorama culturale popolato da scrittori-saggisti come Longhi, Banti, Garboli, Cecchi, Mengaldo al cui interno Marisa Volpi – grazie al pathos della sua scrittura – rivela tratti di continuità e sprazzi di originalità.


critica militante GalloFrancesca Gallo propone come titolo Prendere le distanze dalla critica militante, modulandolo poi nella presentazione in Prendere le distanze dall’attualità artistica. “Dopo l’intensa seppur breve stagione fianco a fianco con alcuni esponenti delle Neoavanguardie, in che contesto e con quali motivazioni teoriche si consuma la presa di distanza di Marisa Volpi dalla scena artistica più attuale?” è la domanda che si pone la relatrice, ripercorrendo alcuni scritti della Volpi sul crinale dei primi anni Settanta.


Lemme rabdomanziaFabrizio Lemme Marisa Volpi e Il maestro della betulla, partendo dalla spiegazione di cosa significhi “nome catalogico” nell’identificazione di un artista, compie un’analisi del racconto di Marisa Volpi che dà il nome alla raccolta del 1986 edita da Vallecchi e che le valse il premio Viareggio. Storica dell’arte che utilizza il mezzo della prosa letteraria, Marisa Volpi coglie in anticipo – grazie alla scrittura – delle qualità pittoriche di artisti e dipinti -confermate dai documenti e dall’indagine storica.


Bozzini qui arte contemporaneaLuciana e Raffaella Bozzini (Galleria Edieuropa) nel loro dialogo dedicato a Marisa Volpi e QUI arte contemporanea, mentre scorrono le immagini del video che celebra l’attività della storica galleria Editalia di via del Corso – e della rivista ad essa collegata, entrambe fondate da Lidio Bozzini- ricostruiscono la fondamentale attività di Marisa nello scegliere, presentare, sostenere gli artisti e le artiste, fra cui si ricordano Paolini, Marcia Hafif, Piero Sadun, a partire dal 1966. Ne emerge un ambiente culturale vivido, definito dalle relatrici il “cenacolo” di Marisa Volpi.


dispense Bagatto 1983 84Lea Mattarella, Marisa Volpi: l’arte del racconto orizzontale. Da allieva dei corsi alla Sapienza e da collaboratrice – per intensi periodi – di Marisa Volpi nell’organizzazione della biblioteca e dell’archivio privato delle pubblicazioni, Lea Mattarella propone una definizione del metodo e dello stile didattico di Marisa Volpi, racchiuso nell’aggettivo “orizzontale”. Con questo termine, Mattarella indica la capacità di Volpi di collocare le opere d’arte studiate al centro di un paesaggio ampio e denso di relazioni letterarie e filosofiche imprescindibili per la comprensione profonda delle opere e degli artisti che – pur restando al centro – entravano in risonanza con la rete coeva di linguaggio e di pensiero. Un metodo questo trasmesso non solo dagli scritti di Volpi, ma anche dalla sua didattica anti-ortodossa.


28 aprile 2017Simonetta Lux, assente per motivi di salute, invia un augurio di buon lavoro e sarà presente con il suo intervento – come anche Antonio Libutti, anch’egli assente per motivi di forza maggiore – negli Atti.
Nella conversazione conclusiva della giornata, l’artista Alessandra Porfidia interviene ricordando un incontro con Marisa Volpi, Maria Teresa Benedetti e Lorenza Trucchi.